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Come in tutte le regioni, il menù di Natale valdorciano non è uguale in ogni famiglia. Ognuno per la festa più importante dell’anno ha le proprie tradizioni da portare avanti e dunque per Natale ogni famiglia porta in tavola il suo personalissimo menù. Ma ci sono cose che a Natale non mancano mai. Ne abbiamo scelte 5, siete pronti a scoprirle e a farvi venire l’acquolina in bocca? Partiamo dall’antipasto allora.
Grande classico delle feste toscane. Ai pranzi domenicali, a pasqua, a Natale il pranzo Valdorciano inizia sempre, senza se e senza ma con i crostini di fegatini. E’ così in tutto l’entroterra della Toscana e in ogni provincia c’è una variante diversa. I crostini di Firenze, sono diversi da quelli che si fanno a Siena e naturalmente anche la Val d’Orcia ha la sua ricetta. Appena seduti a tavola per il pranzo, la prima portata che arriva è un bel vassoio di crostini. Se mancano c’è qualcosa che non va.
Sul secondo c’è una scelta più ampia. In molte famiglie si fa il cappone arrosto, in altre vince la faraona e in altre ancora il collo di ocio ripieno. Ma il re per eccellenza della portata principale della festa è il piccione ripieno. Considerato in passato una carne povera, oggi il piccione grazie al suo sapore intenso, particolare e inconfondibile ha conquistato la stima dei cuochi più importanti d’Italia. Ma le nostre nonne avevano già capito che questa carne così particolare e così buona doveva occupare un ruolo di primo piano. Ed ecco che a Natale, in molte case, dopo il primo arriva il piccione ripieno.
La tradizione culinaria toscana è famosa in tutta Italia perchè riesce in modo magnifico a esaltare al massimo i sapori di ingredienti poveri. La cucina Toscana ha però un piccolo neo. Non è certo famosa per i dolci. Questo è vero ma solo in parte. Infatti, incredibile ma vero, contiamo una vasta gamma di prodotti dolciari tipicamente natalizi. Pan forte, pan pepato, cavallucci e ricciarelli. Proprio quest’ultimi nelle tavole toscane sono sempre presenti per Natale e sono un ottimo accompgnamento al caffè di fine pranzo!
Il panforte a Natale non può assolutamente mancare. Perchè? Perchè è buono direte voi. Beh giusto, ma non solo per questo. Avete mai sentito parlare del gioco del Pan Forte? Ogni famiglia dopo il pranzo si riunisce davanti al tavolo sparecchiato e si mette a giocare. Il gioco è molto semplice, a turno i partecipanti prendono il panforte ancora incartato e lo fanno scivolare sul tavolo. Vince chi riesce a lanciarlo più lontano senza farlo cadere dal tavolo. Provateci, ma vi avvertiamo, è meno facile di quanto sembri. Naturalmente alla fine il panforte viene scartato e mangiato per la gioia di vincitori e sconfitti!
Naturalmente sulla tavola durante il pranzo di Natale, non manca mai un buon vino rosso, sia esso un Brunello di Montalcino, un Vino Nobile di Montepulciano, un Orcia DOC o un buon Chianti. Ma ad accompagnare i dolci sulle tavole natalizie della Val d’Orcia non manca mai il Vin Santo. Da che mondo è mondo a Natale la fine del pranzo è segnata dalla presenza di questo prezioso nettare dolce che si sposa alla perfezione con cantucci e ricciarelli.
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